Se ti stai chiedendo se durante la gravidanza si possa continuare a fare pole dance leggi questo articolo.
Avevo voglia di scrivere questo articolo fin dall’inizio della gravidanza ma sono contenta di aver aspettato l’ultimo mese per poter raccontare il mio punto di vista da una prospettiva più ampia.
Per farmi un’idea delle opinioni sull’argomento, prima di cominciare a picchiettare sulla tastiera ho sbirciato alcuni articoli di altre blogger/insegnanti di pole dance (Tiny su Candy & Chrome, Danna e Danielle Wilson). Mi sono resa conto che sono in molte a pensarla come me o che, comunque, hanno vissuto esperienze simili.
Premessa doverosa al mio racconto è che io non sono medico e tutto ciò che scrivo è solo basato sulla mia personale situazione e su quello che ho provato/sentito durante questi nove mesi.
Fortunatamente, ho goduto di una gravidanza fisiologica, cioè senza nessun tipo di problema, salvo le comunissime nausee iniziali. Il mio medico di base mi ha, perciò, dato il permesso di proseguire con la pole dance finché me la sentissi.
Essendo incinta per la prima volta non sapevo come sarebbe andata e per quanto avrei potuto allenarmi. Mi sono affidata un po’ ai racconti delle altre e, soprattutto, mi sono stupita ogni giorno di più di quanto il mio corpo riuscisse a comunicarmi quello di cui avevo bisogno o che era meglio che non facessi più.
Fortunatamente proprio durante il mio primo trimestre è uscito il video di Elisa di Chello e Carmen Aquaro (da me intervistata parlando di double) che parlavano dell’argomento in maniera chiara e competente e che sottolineavano quanto, durante la gravidanza, si entri in comunicazione con il proprio corpo.
Prima di questo video, avevo sentito leggende metropolitane di insegnanti che avevano continuato a fare lezione fino al travaglio e avevo visto foto di gente appesa in twisted grip e bird of paradise al nono mese. Non ho mai pensato che sarei arrivata a tanto, quindi ho immediatamente comunicato alla direttrice della palestra dove insegnavo che aspettavo un bambino e mi sono adoperata per trovare una sostituta che prendesse il mio posto nel giro di un paio di mesi.
Nel frattempo ho compiuto la scelta, inusuale ma necessaria, di comunicare alle mie allieve il lieto evento. Da un lato, infatti, avrei voluto tenere la notizia intima almeno per i primi tre mesi. Dall’altro, ero, però, cosciente che, con la gravidanza, nel giro di poco tempo non sarei stata più agile e leggera come prima, non avrei potuto mostrare tutti gli esercizi e non avrei potuto fare sempre assistenza come facevo prima (il rischio di prendersi calci è piuttosto alto per un’insegnante). Dovevo giustificare questo alle mie allieve perché non pensassero che stessi abbassando in qualche modo la qualità delle lezioni per pigrizia o stanchezza.
Ho dovuto smettere di insegnare perché le nausee non mi davano tregua. Vedere le mie allieve che volteggiavano sul palo in spin mi faceva stare malissimo e la sonnolenza mi impediva di condurre adeguatamente lezioni dopo le 19.30. Mi sentivo uno straccio. Al terzo mese di gravidanza ho restituito le chiavi della palestra e mi sono fusa con il divano di casa.
Gradualmente le nausee sono passate e il mio corpo mi ha fatto capire che ero pronta a riprendere gli allenamenti: dal quarto al sesto mese, la mia passione per la pole dance è riesplosa e mi sono goduta quasi due mesi di allenamenti come non facevo da tempo. Prima di restare incinta, infatti, mi esercitavo praticamente solo allo scopo di preparare le lezioni e avevo dimenticato le ragioni per cui avevo iniziato ad amare questo sport: le risate con le amiche, le gioie per i piccoli traguardi e il benessere che provavo dopo essermi mossa per un’ora.
La tipologia di esercizi variava di volta in volta perché non progredivo in maniera regolare e le mie performance hanno seguito la forma di una parabola: ho dapprima verificato che mi riuscissero ancora gli esercizi basici (salita frontale, salita laterale, superman, spider, ecc.) da entrambi i lati. La pancia e il mio peso iniziavano a crescere e non potevo più fare invert V, gemini e scorpio, ma riuscivo ancora a fare basic invert e diverse verticali. All’apice della forma fisica ho ripreso twisted grip e poi ho iniziato a rallentare perché avevo paura di non saper più gestire il mio nuovo peso.
La direttrice della palestra mi ha confessato di avermi lasciato riprendere gli allenamenti solo perché sono un’insegnante e, sinceramente, non avrei potuto essere più d’accordo. Oltre all’ascolto del mio corpo, avevo il vantaggio di conoscere la progressione didattica. Provavo, quindi, solo esercizi che ero abbastanza sicura di poter fare perché poco prima ne avevo provato uno propedeutico. Per un’allieva di livello intermedio, un allenamento come il mio al sesto mese di gravidanza sarebbe stato rischioso, a mio parere, a causa dell’aumento di peso e del cambio del baricentro.
Ora sono al nono mese e mi sono lasciata riconquistare dalla mia vecchia fiamma: il nuoto. Mi fa bene e mi fa sentire a mio agio.
Concludo questo articolo ringraziando Mona’s Comics per avermi gentilmente concesso di usare la sua illustrazione e spero vivamente che aver condiviso la mia esperienza sia d’aiuto per altre ragazze che magari vorrebbero continuare ad allenarsi ma non sanno se proseguire o meno con la pole durante la gravidanza.
Se sei curiosa di scoprire cosa succede dopo il parto, non perderti l’articolo che pubblicherò prossimamente, con l’intervista a Valentina Limpido sul post-gravidanza.